Saccharomyces Boulardii: probiotico anti-canDIDA e DIARREA DEL VIAGGIATORE
- Dr. Andrea Nittoli
- 13 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Parlo spesso di microbiota, infiammazione, intestino che "parla", ma oggi voglio raccontarti di un probiotico un po’ fuori dal coro. Non è un batterio, non viene da uno yogurt, e non ha un nome semplice. Si chiama Saccharomyces boulardii (S. boulardii), ed è un lievito con proprietà probiotiche straordinarie.
Personalmente lo trovo interessante, non solo perché funziona, ma perché è uno dei pochi probiotici realmente supportati da decine di studi clinici.
Cos’è Saccharomyces Boulardii?
S. boulardii è un lievito probiotico (sì, un fungo buono!) che ha caratteristiche uniche:
sopravvive all’acidità gastrica
resiste al calore, alla bile, e agli antibiotici
non colonizza l’intestino, ma lo attraversa facendo "pulizia"
In altre parole: non resta dentro, ma passa e agisce, come una squadra di pronto intervento che si occupa dell’infiammazione e dell’equilibrio del microbiota. Viene utilizzato in ospedali e ambulatori in tutto il mondo, soprattutto nei casi di:
diarrea acuta o del viaggiatore, anche nei bambini
Clostridium difficile
antibiotico-terapia prolungata
candida intestinale
patologie infiammatorie intestinali (IBD)
soggetti immunodepressi, HIV, bambini nello spettro autistico
candidosi
Un po’ di storia: da un tè tropicale alla ricerca clinica
Il protagonista della scoperta è il microbiologo francese Henri Boulard, che nel 1920 — durante un’epidemia di colera in Indocina — osservò che alcune persone non si ammalavano. Il motivo? Bevevano un tè ottenuto bollendo le bucce di frutti tropicali come lychee e mangostano. Boulard isolò un particolare lievito, poi identificato come Saccharomyces boulardii, e iniziò a studiarne l’effetto su modelli animali affetti da colera.
Aneddoto curioso: quando fu lui stesso colpito dalla diarrea, si curò bevendo il suo infuso. Da lì, tutto cambiò.
Nel 1947 il brevetto fu acquistato da Biocodex, azienda che ancora oggi produce il ceppo più studiato al mondo. Parliamo di oltre 53 studi clinici randomizzati, su quasi 8500 pazienti, con un’efficacia documentata fino all’81% nel trattamento delle diarree infettive e post-antibiotico.
Un lievito “buono” che combatte quelli “cattivi”
Molti pazienti temono il termine “lievito” per via della candida, ma serve fare chiarezza:
S. boulardii non è legato alla Candida albicans, né la favorisce.
Al contrario, contrasta la proliferazione di lieviti patogeni, grazie alla produzione di acidi organici (come l’acido lattico) che mantengono acido il pH intestinale, ostacolando l’ambiente ideale per la candida.
Inoltre, resiste agli antibiotici, il che lo rende perfetto da affiancare alle terapie che spesso squilibrano il microbiota e favoriscono la crescita di funghi patogeni.
Azione contro H. pylori e batteri patogeni
Un’altra azione interessante di S. boulardii è la sua capacità di bloccare l’adesione di tossine e batteri alle pareti intestinali. Funziona come una barriera mobile:
si lega a batteri come E. coli, Salmonella, S. typhi
li ingloba e li trasporta fuori dal corpo, nelle feci
ostacola l’adesione e proliferazione di H. pylori, riducendo il rischio di ulcere gastriche e cancro gastrico
Non si fissa alla mucosa, ma agisce mentre transita, modulando il sistema immunitario e contribuendo al mantenimento dell’integrità intestinale.
Come assumerlo
Essendo un probiotico transitorio, non colonizza l’intestino ma è efficace finché lo assumi. In genere:
inizia ad agire entro 3 giorni
scompare dalle feci entro 2–5 giorni dopo la sospensione
Dosi efficaci documentate: 250–500 mg al giorno, anche per più settimane, sempre sotto controllo professionale.
Quando lo uso nei miei protocolli
Lo utilizzo in particolare quando:
il paziente ha avuto più cicli di antibiotico
ci sono diarree ricorrenti, gonfiore post-prandiale o candida intestinale
è presente disbiosi da squilibrio tra funghi e batteri
in fasi iniziali di un protocollo per IBS o IBD
prima e durante un viaggio all'estero.
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